Coordinamento Adriatico a Trieste per “La Bancarella”
Giornate intense per la Associazione Coordinamento Adriatico quelle del 19 e 20 ottobre a Trieste in coincidenza con “La Bancarella” – Salone del Libro dell’Adriatico Orientale, un evento promosso e organizzato come di consueto dal Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana istriana fiumana e dalmata, che quest’anno ha fra l’altro dedicato temi e aspetti alla figura del recentemente scomparso Ottavio Missoni. Coordinamento Adriatico è stata presente presso la Libreria Ubik con un corner espositivo dedicato alle proprie pubblicazioni recenti e più risalenti, non senza un apposito spazio per il trimestrale omonimo che quest’anno festeggia i venti anni di vita. I relatori della Associazione sono intervenuti come accennato nelle giornate centrali di sabato e domenica presso la Galleria del Tergesteo, meravigliosa sede deputata alle conferenze de “La Bancarella”.
Il 19 le presentazioni a cura di Coordinamento Adriatico si sono aperte nel pomeriggio con la presentazione dei due volumi Fenomenologia di una macro regione (Milano, Leone Editore, 2012) comprendente i profili storici e storico-giuridici del tema e quelli economici e istituzionali. All’appuntamento era presente un vasto parterre di pubblico, comprendente studiosi di diverso orientamento e in particolare numerosi esponenti del mondo dell’associazionismo giuliano-dalmata.
Ha introdotto il simposio un breve indirizzo di saluto di Giuseppe de Vergottini, presidente della Associazione, che ha rilevato giustamente l’importante contributo della raccolta di studi presentata. Tali volumi ospitano per la prima volta un’accurata analisi dei diversi percorsi umani e scientifici della complessiva area alto-adriatica. Elena Riva ha a propria volta rimarcato la rilevanza di questa pubblicazione nel contesto del più ampio panorama storiografico europeo nel quale si inserisce la questione giuliana. Ricco di suggestioni l’intervento di Fulvio Rocco. Come ha specificato Rocco: «L’insieme di questi scritti è un nodo di sintesi tra mondi lontani – il diritto, la storia, l’economia, la politica e le istituzioni – che hanno saputo rintracciare un inevitabile fondamento culturale comune». Mattia Magrassi, ha invece rimarcato con profondità l’attualizzazione di questi contatti nelle nuove strutture istituzionali delle Euroregioni. Di particolare interesse l’intervento di Giorgio Tessarolo che ha esposto temi e indirizzi della pubblicazione con particolare riferimento all’analisi della realtà alto adriatica nei settori del diritto internazionale, pubblico e amministrativo.
Con Giuseppe de Vergottini erano presenti anche altri curatori della Fenomenologia: Guglielmo Cevolin, Davide Rossi e Giorgio Federico Siboni, che hanno esposto con partecipazione il proprio punto di vista sugli studi da loro curati. Ne è sortita una lunga riflessione comune che ha esplicitato il panorama di una grande regione in costante mutazione sulla scena internazionale, senza con ciò mai prescindere dai luoghi, dagli uomini e dalle condizioni sociali che su queste terre gravitavano e da questi luoghi si innervavano. Il confronto tra diverse epoche storiche è stato sempre proposto con l’esplicito richiamo al presente, come in un continuo rapporto di influenze e di riflessi tra le svariate esposizioni del passato e del futuro.
Oltrepassando i limiti scientifici delle varie discipline, a seguire rispetto alla presentazione della Fenomenologia e degli studi in corso di stampa, sono intervenuti Giuseppe Parlato ed Enrico Serventi Longhi – moderatore Giuseppe de Vergottini – che hanno illustrato brillantemente il frastagliato percorso politico dell’eroe-poeta Gabriele D’Annunzio. Una mitologia culturale formatasi attraverso le gesta irredentiste e poi quelle militari: il volo su Vienna, la beffa di Buccari, l’impresa di Fiume. Per la stessa idea della società che nei fatti difendeva, D’Annunzio era tuttavia più vicino alla tradizione che al cambiamento. La sua sensibilità, più esibita che professata, si era modellata al fuoco della Prima guerra mondiale, in seguito si caricò di simboli e si affinò nel clima drammatico ed esaltato di quegli anni. Soltanto dopo, compiuta l’impresa fiumana e messo da parte dal regime, D’Annunzio ebbe, nella vita politica italiana e al di fuori di essa, il ruolo di riferimento al quale guardare da più parti: da destra, ma anche da sinistra. La tavola rotonda si è avvalsa pure dell’intervento di Marino Micich, la cui vasta esperienza di segretario della Società di Studi Fiumani e di valente studioso è valsa a lumeggiare ulteriormente i rapporti fra D’Annunzio e la realtà fiumana.
Nella mattinata del 20 ottobre, Davide Rossi e Giorgio Federico Siboni hanno presentato Istria veneziana (Milano, Leone Editore, 2012) di Ivone Cacciavillani, alla presenza dell’autore e con una breve introduzione dello stesso Giuseppe de Vergottini. Affrontando le vicissitudini istriane nei cinque secoli della Dominazione – l’ultimo periodo in cui la parte occidentale della penisola visse in un’unitarietà di regime giuridico e politico – il tema si è proposto come veicolo di grandissima attualità. Tale attualizzazione pare soprattutto incarnarsi in quel costume di autonomia di cui durante la Dominazione l’Istria fu impareggiabile esempio. Sostanzialmente un puzzle di Podestarie dotate d’un potere di autodeterminazione che solo sotto la Serenissima ebbe modo di plasmarsi e di sopravvivere.
Formando una sinossi dei contributi presentati, i simposi proposti da Coordinamento Adriatico hanno concluso fra gli altri soprattutto l’obiettivo primario di fare maturare spunti e metodologie al fine di elaborare varie suggestioni di indagine, non astrattamente configurate, ma adeguate alla particolare ipotesi di studio che ciascuno studioso ha proposto. Ciò ha condotto all’approfondimento dei caratteri e dello svolgimento della società adriatica nelle sue peculiarità e negli elementi più pregnanti che l’hanno strutturata, ma anche nei suoi interni nessi costitutivi in Età moderna e contemporanea, facendo in modo che l’aggiornamento scientifico si trasformasse in una risorsa materiale e in uno strumento di promozione culturale per i territori che si affacciano sulle diverse sponde dell’Adriatico.
Enzo Alderani